Grazie al suggerimento di Anna-Misskappa blog
martedì 26 febbraio 2008
ESPLORANDO L'IBERNAZIONE
Grazie al suggerimento di Anna-Misskappa blog
lunedì 25 febbraio 2008
TAAAA DAAA'
giovedì 21 febbraio 2008
MESSAGGI ELETTORALI...
martedì 19 febbraio 2008
Il mio vicino di casa
Non è una pessima battuta del tipo: "lei suona il piano e lui la tromba" sentita davvero una sera indimenticabile da Alberto, professore sessantenne che intrattenne me e la mia amica Lisa per un'intera serata a colpi di battute e PIGNOLETTO FRIZZANTE DEI COLLI BOLOGNESI.
Quella sera me la ricorderò per tutta la vita, anche perchè io e la mia amica ricevemmo ben due proposte indecenti nel giro di qualche ora: prima dal Professore e poi da due baldi sardi ESTEBAN E CHECO (per gli amici).
Insomma quella sera io e Lisa abbiamo imparato 3 cose essenziali:
1) dopo un po' che parli con i sardi i tuoi neuroni cominciano a raddoppiare ogni consonante possibile (con particolare predilezione per le TTTTT).
2) gli operai che dormono nei container non possono portarci donne...su questa questione si sono aperti veri e propri dilemmi e riflessioni filosofiche. 3) quando ridi da più di mezz'ora di seguito la mascella si auto-imbalsama.
Sto divagando, torniamo a noi, dicevo :
Il mio vicino di casa suona la tromba, o meglio ci prova.
Non è bravo, ripete la stessa melodia da anni e quasi ogni giorno, verso le sei del pomeriggio, ricomincia puntuale a buttare note, una dopo l'altra, un po' a casaccio, come se il suo obiettivo vero non fosse tanto quello d'imparare a suonare, quanto di provarci e basta senza grosse pretese.
A volte è fastidioso, addirittura irritante, altre volte è quasi confortante, come una di quelle persone che incontri sull'autobus nello stesso orario e per quanto tu non conosca nemmeno il suo nome, la senti far parte della tua quotidianità e quasi riesci ad immaginarti la sua vita, la sua storia, dal modo in cui sale sull'autobus, da come si mette a sedere, da come guarda gli altri.
Il mio vicino ed io ci siamo incontrati poche volte, eppure mi sembra di conoscerlo, ho sentito i suoi discorsi fatti di note musicali e per quanto noiosi e ripetitivi sanno di familiare, di tranquillità, di serenità, a volte.
Fa parte di queste mura, del mio passato ed è stato presente in tanti momenti diversi per pura casualità. Forse è proprio questo che mi ha spinto a scrivere di lui oggi, la sensazione di presenza e tranquillità che riesce a regalarmi in determinati momenti; un sottofondo di quiete quando sembra che tutto intorno e dentro di me stia cambiando rapidamente.
mercoledì 13 febbraio 2008
martedì 12 febbraio 2008
Aggiornamenti
La mente mi sta giocando dei brutti scherzi in questi giorni, più cerco di memorizzare date, teorie e concetti e più mi tornano in mente parole, canzoni e sprazzi della mia infanzia.
Oh Susanna poi, mi è tornata in mente mentre ripetevo un noiosissimo capitolo e mi sono ricordata di quando alle elementari, ero riuscita a suonarla con il flauto.
Mi ricordo anche che la mia maestra di musica di allora (Maestra Orlanda), aveva tentato d’insegnarci OBLADI’ OBLADA’ dei Beatles con risultati veramente terrificanti…
Che bello, in questi giorni alterno momenti cupissimi, in cui le paturnie mi creano simpatiche immagini di me, che rimango immobile di fronte al foglio di esame, mentre la mia mente ripete ad oltranza COS’è STA ROBA – COS’è STA ROBA – COS’è STA ROBA a momenti d’insano ottimismo, in cui mi sembra di essere preparatissima.
Bah, vedremo!!
Ziaooo a tutti, a presto (se sopravvivo alla tensione pre-esame)
domenica 3 febbraio 2008
PSICOLOGICAMENTE INEVITABILE
Basta sentire la stanchezza, ascoltare le paure più profonde che nascono dai piccoli anfratti della mente e subito ci si chiede se ne vale davvero la pena, se tutto l’impegno che si sta tirando fuori dalla propria energia un po’ acciaccata possa cambiare lentamente la realtà, portandoci verso un futuro un po’ più solido e sereno.
Ci si pongono domande e ci si perde dietro a ragionamenti infiniti, che per quanto dispersivi dobbiamo ringraziare perché sono la fonte della consapevolezza di questo strano presente, ma soprattutto, perché sono stati la fonte di salvezza per chi, sul filo del rasoio, avrebbe potuto benissimo perdersi dietro al dolore.
Arriva da lontano questa salvezza, nasce dal primo sguardo, dai sorrisi felici, dalle parole sussurrate, dalle carezze ricevute; dalla capacità di agire e di reagire anche con gli occhi chiusi, anche con le lacrime che scendono.
Le ferite fanno ancora male, ma le cadute erano inevitabili…non si potevano prevedere né ammorbidire.
La salvezza nasce anche dall’immagine che torna alla mente dopo tanti anni: un gioco fatto in presenza di chi sapeva prendersi cura della fantasia impaurita liberandola e dandole nuova vita sotto un cielo di nuvole dalle mille forme.
…dono più prezioso non potevi farmi per conservare la voglia di essere e di esistere aldilà dei mille pugni in faccia ricevuti dalla vita…